A sorprendere inoltre è la ricerca effettuata dall’Aiab (Associazione italiana di agricoltura biologica), secondo la quale mentre la crisi svuota il carrello della spesa, facendo registrare una contrazione dei consumi alimentari del 3,7%, il biologico è invece protagonista di un incremento pari all’8,8%. Sulla tavola degli italiani si è aggiunto un altro ingrediente: la consapevolezza.
È evidente che a pensare che ‘noi siamo quello che mangiamo’ non è più soltanto il filosofo Feuerbach, ma un numero crescente di persone che si approccia al cibo con una coscienza critica che mette sul piatto della bilancia qualità e allo stesso tempo sviluppo sostenibile
Scegliere il biologico è sinonimo di prodotti coltivati senza uso di ogm, ma anche rispetto per l’ambiente, sostegno dell’agricoltura locale e quindi filiera corta.
A scuola si mangia bio Le mense in cui si mangia bio negli ultimi anni sono aumentate del 50%, con 1,2 milioni di pasti biologici consumati annualmente. Già dal 1999 vennero fatti interventi legislativi in questo senso, ma da qualche anno la tendenza è stata rafforzata dalle Regioni stesse che hanno prodotto leggi che prevedono finanziamenti ai Comuni che incentivano gli istituti scolastici a mangiare bio. È il caso ad esempio di Lazio, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Marche e Veneto.
Biologico tra cifre e curiosità Al mondo un’azienda bio su tre è italiana. Rispetto al modello tradizionale, questo tipo di agricoltura interessa il 10% della superficie coltivata in tutto lo Stivale. Il biologico viene scelto per lo più da imprenditori agricoltori giovani -seppur in pochissimi casi (0,1%) il capo dell’azienda ha meno di 19 anni-.
Expo 2015, una vetrina senza precedenti L’esposizione universale “Nutrire il Pianeta. Energie per la vita” è la grande occasione per rimettere al centro il cibo visto non solo come nutrimento, ma anche come intera filosofia di vita volta a favorire il benessere e lo sviluppo ecosostenibile attraverso un’agricoltura rispettosa dell’ambiente.
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