Tappa obbligata, quella che per le leggende popolari, è questo luogo di riparo per i pirati saraceni. Un riparo dove vento ed acqua come pazienti scalpellini hanno modellato una gradinata naturale, dalle linee morbide, facile da scalare, ma non per tutti, come a dire che le acque limpide e trasparenti sottostanti, bisogna meritarsele. A duecento metri dalla riva, due scogli, “u zitu” e “a zita”, ma la storia del perchè di questi nomi lasciatevela raccontare dalla gente del posto. Il bianco dello sbrilluccichio del sole, i riflessi rosa, la sabbia gialla, il verde degli ulivi saraceni intorno e magari l’azzurro di un cielo terso. Montalbano si sentì sturduto (intontito) dall’eccesso dei questi colori, quasi vere e proprie grida…così preferì ammirarla a distanza: si scantava (aveva paura) di venirsi a trovare nella reale irrealtà di un quadro, di una pittura, d’addivintare (divenire) lui stesso una macchia – certamente stonata – di colore.
Lasciamo il commissario alla sua prima indagine e mentre lui fuma una sigaretta dopo l’altra, noi trascorriamo il secondo giorno a Torre Salsa (AG), riserva naturale orientata, gestita dal WWF. La riserva si estende tra Siculiana Marina (AG) ed Eraclea Minoa (AG), 760 ettari di natura incontaminata. Torre Salsa è un’antica torre di avvistamento che si trova nel cuore di quest’oasi e le conferisce, insieme al paesaggio dunale, un accento fiabesco. Tra monte dell’Eremita e il promontorio della Salsa, dove spicca il rudere della Torre, si scorge un’ampia depressione caratterizzata dalla presenza del torrente Salso, detto “Pantano”, soggetta ad esondazione naturale che la rende inaccessibile d’inverno. Ma nella stagione estiva, via il chiavistello, il Pantano si asciuga e attraverso una trazzera che lo costeggia, si arriva alla spiaggia.
Ricchissime e ampiamente censite, la flora e la fauna. Il Malvone di Agrigento (Lavatera agrigentina), raro endemismo della Sicilia meridionale è considerato il tè siciliano (Prasium maius). L’istrice trova rifugio – spesso non dai bracconieri – in cavità dentro le pareti rocciose; la Caretta Caretta depone le uova sulla spiaggia, il passero solitario accende note di leopardiana memoria, mentre a ricordarci quanto vicini siamo all’Africa, sono i Gruccioni che nidificano nei terrapieni. Da est verso ovest, da quota 127 a quota 70 mt., Hera (Giunone) Lacinia, Concordia, Eracle (Ercole), Zeus (Giove) Olimpico, Castore e Polluce (Dioscuri) e Hephaistos (Vulcano) dominano la Valle dei Templi. Tra Cartaginesi sconfitti e ringraziamenti a dèi troppo distanti, fra vagheggiamenti di Virgilio e i sofismi di Empedocle, concedetevi una visita a casa Pirandello, magari una cena con bavette al ragù di triglie, filetti di pesce fresco e un semifreddo al basilico siciliano. La passeggiata sul lungo mare di San Leone si lega benissimo ad un sorbetto al limone ascoltando la musica dei locali sulla spiaggia.
In verità vale la pena visitare ciascuno dei paesini intorno, a caccia di qualche vecchia leggenda, alla scoperta di qualche chiesa dimenticata e alla ricerca di sapori antichi. E poi come non porre l’attenzione sulle terre del Gattopardo, Palma di Montechiaro con il suo splendido Duomo, il Palazzo Ducale, il Monastero delle Bendettine e lo splendido castello Chiaromontano, accucciato su un promontorio a strapiombo sul mare, da cui domina l’infinito mare ricco di storia, culla della civiltà.
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