Piante curate dai detenutiÈ stato, infatti, firmato un protocollo fra la Vannucci Piante di Pistoia e la cooperativa Ulisse: tre reclusi lavoreranno, tre volte la settimana, alla cura delle piante che poi saranno messe sul mercato. L’intento è quello di preparare i reclusi al reinserimento nel mondo del lavoro, fornendo, già dentro il carcere, la possibilità di imparare un’attività, con un regolare contratto e relativo stipendio.  È questo, in sintesi, il progetto partito da qualche giorno nel carcere di Sollicciano, grazie ad un accordo fra la cooperativa sociale Ulisse e uno dei colossi del vivaismo italiano. I vivai Vannucci forniranno ad Ulisse alcune piante che saranno fatte crescere e curate in una struttura ad hoc creata a Sollicciano, per poi tornare nella disponibilità dell’azienda pistoiese ed essere messe in vendita. Le piante saranno sistemate in un’area apposita, all’interno di uno spazio di 2500 metri quadrati, già in funzione per la coltivazione delle rose.

Tre reclusi lavoreranno, tre volte la settimana, alla cura delle piante che poi saranno messe sul mercato

A rendere possibile questo progetto l’impegno della cooperativa sociale Ulisse che da quindici anni è in prima linea su questo fronte e nel carcere fiorentino ha creato anche un laboratorio per riparare biciclette, lanciando il marchio “Piedelibero”. L’auspicio della cooperativa è che l’emergenza sovraffollamento venga combattuta dando maggiore spazio al lavoro, dentro e fuori dal carcere. “È una grande occasione di riabilitazione e di reinserimento nella società” sottolinea il presidente Giovanni Autorino mentre la ditta Vannucci spiega di considerare “la responsabilità sociale non una formula vuota” ma un contenitore di “impegni molto concreti”. I detenuti selezionati per diventare vivaisti, tutti al di sotto dei 40 anni e con pene inferiori ai cinque anni, sono stati selezionati in base all’interesse e alle capacità manuali. Per adesso sono soltanto tre, ma il seme della speranza darà sicuramente altri frutti.

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Sono nata a Chieti e oggi girovago per l'Italia senza fissa dimora inseguendo gli aromi più intensi e i frutti più dimenticati.

Appassionata di comunicazione online e di bonsai, ho frequentato un master in Food communication a Barcellona e oggi la passione per la cucina e la fotografia sono le mie ragioni di vita.

Scrivo dovunque anche sui tovaglioli di carta. Ho un debole per il vino biodinamico, le bacche di Goji e l'anice stellato (che coltivo con successo nella mia piccola casa nel bosco).

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21 Maggio 2018