L’educazione all’Ambiente e alla Terra diventerà quindi una materia obbligatoria dal prossimo anno scolastico 2015/2016 e alimentazione, il riciclo dei rifiuti, biodiversità, tutela del mare e del territorio, cultura del paesaggio e gestione dei rifiuti finiranno per essere oggetto di conversazione tra piccoli e grandi (attualmente impegnati a parlare di smart-phone, Mac-Donald e Peppa Pig). D’altronde i bambini di oggi saranno i consumatori di cibo, di suolo e di energia di domani. Sempre che cibo, suolo ed energia esisteranno ancora a sufficienza per tutti.
“Credo che comminare sanzioni, contemplare reati in ambito ambientale sia doveroso ma non sia sufficiente” è l’idea del sottosegretario Degani: “è necessario intervenire con una politica di grande respiro, a lungo termine altrimenti il patrimonio che abbiamo a disposizione oggi non ci sarà più domani. Ecco allora entrare in campo l’Educazione ambientale come strumento imprescindibile da cui partire per far capire l’importanza di alcune scelte“. Il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, accoglie positivamente il progetto ma avverte: “Rendere l’educazione ambientale obbligatoria a scuola è una scelta molto positiva, ma non deve rappresentare una mera aggiunta di una materia, rappresenti piuttosto anche l’introduzione di forme nuove di apprendimento per educare alla convivenza civile e al futuro“.
Sarà davvero una piccola grande rivoluzione tra i banchi dalle materne alle superiori? L’intento e la dichiarazione programmatica sono buoni: “Insegnare ai bambini è fondamentale per il nostro futuro” è questo il pensiero alla base del progetto del ministero dell’Ambiente che porterà un po’ di scompiglio nelle aule, ma anche un nuovo modo di vedere l’insegnamento come vicino a ciò che accade nella vita reale.
Ma c’è ancora il rischio che cambierà poco. Non esisterà infatti, immediatamente, un’ora di educazione ambientale. Alcuni concetti fra quelli che abbiamo citato e altri ancora faranno parte del programma delle altre materie, le più affini ai temi ambientali. Praticamente scienze, geografia e arte assorbiranno questi principi d’insegnamento. Solo successivamente, non si sa quando, arriverà del tempo completamente dedicato all’educazione ambientale.
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