La rosa italiana ha infatti origini antichissime, come la Rosa di Paestum, oggi classificata come Rosa damascena ‘Bifera’, già citata nelle Georgiche di Virgilio, composte tra il 37 e il 30 a.C, ma è all’inizio dell’Ottocento che inizia la grande stagione delle rose italiane e dei loro famosi ibridatori, come la ‘Bella di Monza’ o “Medoetiensis Villoresi”, creata da Antonio Giovanni Luigi Villoresi, all’epoca direttore dei Giardini della Villa Reale di Monza dal 1812 al 1825, o la rosa ‘Strambio’ ibridata da Giovanni Casoretti nel 1824 e dedicata a Gaetano Strambio, medico fautore della lotta alla pellagra.
VARIETÀ IBRIDATE Dopo gli importanti inizi di Casoretti e Villoresi, il numero delle varietà ibridate in Italia cresce rapidamente fino a raggiungere le centinaia, specialmente nei luoghi in cui il clima, le strutture e le conoscenze le favoriscono e le promuovono, ad esempio in Liguria, Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte. Altre rose famose sono le 38 diverse di Domenico Aicardi, il più grande rosaista italiano, quelle di Quinto Mansuino o dei sei fratelli Giacomasso, tre masche e tre femmine, che sperimentano, producono, riproducono, moltiplicano, curano, etichettano ed esportano le loro produzioni in tutta Europa. E ancora le sette sorelle Aicardi, chiamate così perché derivanti tutte dall’incrocio ‘Julien Potin’ x ‘Sensation” e, alcune, grazie alle loro notevoli caratteristiche, sono in commercio ancora oggi.
LA ROSA ITALIANA AD ORTICOLA Orticola 2014 dedica un grande spazio alle rose italiane e ai loro ibridatori per riscoprire, valorizzare e divulgare questo patrimonio di cultura e di bellezza ancora “troppo poco” conosciuto. Alla mostra-mercato sono presenti 95 piante di rose per un totale di oltre 60 varietà diverse ibridate da 16 ibridatori (alcuni rimasti sconosciuti nel corso degli anni) che sono state create, in più di 100 anni, tra il 1909 e il 2011/2013, vale a dire dalla ‘Variegata di Bologna’ di Bonfiglioli alle ultime di Barni e di Pantoli. I vivai presenti a Orticola con rose italiane sono 7 con una disponibilità media di 15 varietà ciascuno. Si tratta quindi di un considerevole numero di rose italiane che permette di presentare al pubblico che verrà da tutta Italia una bellissima e notevole selezione di queste piante, dove spicca un’ibridata prima del 1830 , la rosa “Ruga”.
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