Tra questi Charles Darwin e l’orchidea del Madagascar che può essere impollinata da un solo tipo di farfalla, Federico Delpino che ha studiato la collaborazione tra vegetali e formiche, Leonardo da Vinci con la sua indagine sulla disposizione delle foglie per catturare la luce solare. E ancora: le scoperte di Odoardo Beccari, il superchicco di grano di Nikolaj Ivanovic Vavilov, l’invenzione delle genetica vegetale da parte di Mendel, la vita di George Washington Carver, il primo nero americano laureato, Charles Harrison Blackley, lo scopritore della febbre da fieno.
“Ciò che accomuna tutte queste persone – scrive Stefano Mancuso – è una capacità rara eppure essenziale in uno scienziato: l’abilità di vedere le cose che ci circondano, in particolare le straordinarie manifestazioni della vita, prestando loro un’attenzione partecipe. Tutte queste persone hanno avuto il coraggio di guardare oltre, in qualche misura sono stati dei visionari, degli anticipatori. Partendo dalle piante, anzi amandole, ognuno di loro ha cambiato un po’ il mondo. Forse esiste un altro modo per farlo – confessa l’autore – ma nessuno ha lo stesso incanto”.
Stefano Mancuso è una tra le massime autorità mondiali nel campo della neurobiologia vegetale. Professore associato presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze e accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili, dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale ed è membro fondatore della International Society for Plant Signaling & Behavior. Ha al suo attivo numerosi volumi e più di 250 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali. Nel 2012, invitandolo a Next, “La Repubblica” ha inserito il suo nome nella lista dei 30 italiani destinati a cambiarci la vita.
Con il libro Uomini che amano le piante. Storie di scienziati del mondo vegetale, pubblicato da Giunti editore, torna in libreria Stefano Mancuso, il neurobiologo vegetale che ha fatto scoprire agli italiani l’intelligenza delle piante. Questa volta lo fa ripercorrendo, nel modo vivace che gli è proprio, le vite di chi ha studiato il mondo vegetale: naturalisti, agronomi, botanici, genetisti, filosofi che in cinque secoli di scoperte hanno rivoluzionato la nostra visione dell’universo.
Tra questi Charles Darwin e l’orchidea del Madagascar che può essere impollinata da un solo tipo di farfalla, Federico Delpino che ha studiato la collaborazione tra vegetali e formiche, Leonardo da Vinci con la sua indagine sulla disposizione delle foglie per catturare la luce solare. E ancora: le scoperte di Odoardo Beccari, il superchicco di grano di Nikolaj Ivanovic Vavilov, l’invenzione delle genetica vegetale da parte di Mendel, la vita di George Washington Carver, il primo nero americano laureato, Charles Harrison Blackley, lo scopritore della febbre da fieno.
Ciò che accomuna tutte queste persone – scrive Stefano Mancuso – è una capacità rara eppure essenziale in uno scienziato: l’abilità di vedere le cose che ci circondano, in particolare le straordinarie manifestazioni della vita, prestando loro un’attenzione partecipe. Tutte queste persone hanno avuto il coraggio di guardare oltre, in qualche misura sono stati dei visionari, degli anticipatori. Partendo dalle piante, anzi amandole, ognuno di loro ha cambiato un po’ il mondo. Forse esiste un altro modo per farlo – confessa l’autore – ma nessuno ha lo stesso incanto.
Stefano Mancuso è una tra le massime autorità mondiali nel campo della neurobiologia vegetale. Professore associato presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze e accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili, dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale ed è membro fondatore della International Society for Plant Signaling & Behavior. Ha al suo attivo numerosi volumi e più di 250 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali. Nel 2012, invitandolo a Next, “La Repubblica” ha inserito il suo nome nella lista dei 30 italiani destinati a cambiarci la vita.
– See more at: http://www.associazioneitalianadellibro.it/site/2014/10/14/3616/#sthash.LfXm3fek.dpuf
Con il libro Uomini che amano le piante. Storie di scienziati del mondo vegetale, pubblicato da Giunti editore, torna in libreria Stefano Mancuso, il neurobiologo vegetale che ha fatto scoprire agli italiani l’intelligenza delle piante. Questa volta lo fa ripercorrendo, nel modo vivace che gli è proprio, le vite di chi ha studiato il mondo vegetale: naturalisti, agronomi, botanici, genetisti, filosofi che in cinque secoli di scoperte hanno rivoluzionato la nostra visione dell’universo.
Tra questi Charles Darwin e l’orchidea del Madagascar che può essere impollinata da un solo tipo di farfalla, Federico Delpino che ha studiato la collaborazione tra vegetali e formiche, Leonardo da Vinci con la sua indagine sulla disposizione delle foglie per catturare la luce solare. E ancora: le scoperte di Odoardo Beccari, il superchicco di grano di Nikolaj Ivanovic Vavilov, l’invenzione delle genetica vegetale da parte di Mendel, la vita di George Washington Carver, il primo nero americano laureato, Charles Harrison Blackley, lo scopritore della febbre da fieno.
Ciò che accomuna tutte queste persone – scrive Stefano Mancuso – è una capacità rara eppure essenziale in uno scienziato: l’abilità di vedere le cose che ci circondano, in particolare le straordinarie manifestazioni della vita, prestando loro un’attenzione partecipe. Tutte queste persone hanno avuto il coraggio di guardare oltre, in qualche misura sono stati dei visionari, degli anticipatori. Partendo dalle piante, anzi amandole, ognuno di loro ha cambiato un po’ il mondo. Forse esiste un altro modo per farlo – confessa l’autore – ma nessuno ha lo stesso incanto.
Stefano Mancuso è una tra le massime autorità mondiali nel campo della neurobiologia vegetale. Professore associato presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze e accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili, dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale ed è membro fondatore della International Society for Plant Signaling & Behavior. Ha al suo attivo numerosi volumi e più di 250 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali. Nel 2012, invitandolo a Next, “La Repubblica” ha inserito il suo nome nella lista dei 30 italiani destinati a cambiarci la vita.
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