PANCHINE COME FUNGHI In molti Paesi del mondo le piogge monsoniche flagellano gli abitati per diversi mesi l’anno. E non è quindi per caso che il progetto in questione è nato in India, dove un gruppo di architetti danesi con sede a Shanghai ha cominciato a sperimentare queste speciali panchine. La società di architetti Mars Architects ha avuto i fondi per sviluppare il progetto Water Bench, letteralmente “panchina d’acqua”, e dalla scorsa estate, proprio durante la stagione delle piogge, le prime panchine sono spuntate in dieci diversi parchi del centro di Mumbai, la megalopoli indiana che con l’acqua e i problemi a essa legati combatte ogni giorno incessantemente: razionata nelle case, oggetto di esondazioni da parte di corsi d’acqua e dal mare che circonda la sua penisola, causa di continui controlli e malattie della popolazione per via della sua scarsa potabilità.
La strana panchina assomiglia a un divanetto di pelle con speciali bottoni, che nascondono in verità valvole che si aprono e raccolgono l’acqua che cade sopra la sua superficie
COME È FATTA Il divano – una grande e comoda seduta – funziona da grande contenitore dell’acqua piovana e la conserva poi per i tempi di siccità, collegato a sua volta a una pompa simile a una normale gomma per annaffiare, cui attaccarsi con un sistema di irrigazione o da aprire semplicemente per dare acqua all’aiuola accanto alla panchina stessa.
TRE VERSIONI A seconda del terreno e della situazione in cui questo arredo urbano viene collocato, esistono tre differenti versioni della panca da esterni: la più completa e capiente è quella formata da due panchine, una sulla superficie e la seconda, speculare, infossata nel terreno. Questa soluzione, che va però posizionata scavando una buca profonda un metro, può conservare fino a 1.800 litri di acqua, sfruttando il doppio bacino delle due panche. La seconda e la terza versione sono in grado di conservare al loro interno fino a 500 litri di acqua, e differiscono perché in un caso vanno ancorate al terreno, e dunque posizionate su un prato o comunque a contatto con la terra, mentre nel terzo caso sono solo appoggiate, magari sull’asfalto, e sono dunque perfette per l’uso sui marciapiedi e ai lati delle strade. In ogni caso, l’acqua piovana raccolta non è mai potabile, ma utilizzabile esclusivamente per utilizzi alternativi. Almeno fino ad adesso.
Share